
Marmellata, Confettura o Confettura Extra?
Per chi vuole diventare un consumatore attento, occorre fare un po’ di chiarezza

Colazione. O merenda, è uguale.
Una buona tazza di caffè. O té, è uguale.
Non basta, dai. Ci vorrebbe qualcosa da mettere sotto i denti.
Una fetta biscottata. O un po’ di pane, è uguale.
Pane allora.
Pane, e… marmellata. O confettura?
Non è uguale.
“Passami la marmellata”
È normale, lo facciamo tutti. Un po’ per abitudine, un po’ per distrazione, nel quotidiano delle nostre cucine ci troviamo a parlare con le nostre convenzioni, a usare le parole un po’ come vengono. E solitamente il termine marmellata, più comune, colloquiale, popolare, passa ad identificare in maniera un po’ generica tutti i vasetti alla frutta sulla credenza. In fondo, tra le quattro mura di casa nostra basta e avanza per capirsi.
D’altro canto però, adocchiando gli scaffali dei supermercati o passeggiando tra gli stand di qualche fiera dell’agricoltura, è sempre meglio tenere bene a mente cosa si va a comprare. Capire il prodotto vuol dire anche saper scegliere la qualità dei propri consumi. Significa sapere di preciso per cosa si spende, cosa si mangia, come si vive.
E quindi: marmellata o confettura?
Vediamo.

No, non esiste la marmellata di fragole
Secondo normative della Comunità Europea, si identifica come marmellata la preparazione a base di zucchero e agrumi. Quindi le marmellate sono di arance, limoni, mandarini, cedri, pompelmi e bergamotti.
Con attenzione ad altri due dettagli: quantità e parti del frutto utilizzate. Nelle marmellate la concentrazione di frutta deve essere necessariamente al di sopra della soglia del 20%, e nella preparazione si possono usare polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorza.
Anche la qualità della coltivazione del frutto è un parametro importante, con la legge che sancisce l’utilizzo di frutta fresca, sana e al giusto grado di maturazione.
Un piccolo Extra: c’è confettura e confettura
Un’ulteriore differenza sulle etichette dei vasetti è tra Confettura e Confettura Extra. Anche qui, a determinare la differenza è la concentrazione della frutta: dal 2004 viene definita Confettura Extra quella realizzata con una concentrazione di polpa di frutta non inferiore al 45% del peso totale.
Al di sopra di quella soglia, la qualità della Confettura Extra la fa la discrezionalità del produttore. Noi di Podere Francesco produciamo esclusivamente Confetture Extra al 130%. Vuol dire che per ogni 100 grammi di confettura utilizziamo 130 grammi di frutta senza l’aggiunta di addensanti e senza l’utilizzo di pectina. A questi 130 grammi aggiungiamo soltanto una piccolissima quantità di zucchero strettamente necessaria per una corretta conservazione.
Segue una cottura a bassa temperatura per preservare sapore e colore e il gioco è fatto!
Quindi, anche quando si legge Confettura Extra, occhio alle etichette!
Marmellate e confetture: storia, gusto, amore, nostalgia
Marmellate e confetture sono preparazioni che fanno della semplicità la loro complessità.
Una complessità storica, a ben vedere. Hanno le radici nell’Antica Roma, quando si facevano con il miele. Trovano una nuova vita nel Medio Evo, con l’introduzione in Europa dello zucchero. Aneddoti leggendari sulle origini dei nomi di queste preparazioni coinvolgono personaggi come Maria de’ Medici e Caterina d’Aragona.
E arrivano poi sulle nostre tavole, tra la nostalgia di quelle fatte in casadalle nonne, e una qualità artigianale che può essere trovata – davvero – solo dal giusto produttore di fiducia.
Le confetture del Podere Francesco sono realizzate solo ed esclusivamente con frutta coltivata da noi. Senza addensanti, senza coloranti, senza conservanti artificiali. Due soli ingredienti (in alcuni casi uno soltanto): frutta e zucchero.
Prova ad assaggiare.
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